La Lombardia è il cuore dell’epidemia di Covid-19 italiana e mostra il più alto tasso di mortalità (circa il 18,1%) nel mondo[1,2,3].
I pazienti con polmonite interstiziale occupano ormai tutti i posti disponibili in unità di terapia intensiva e sub-intensiva, e anche la stragrande maggioranza delle altre unità in ospedale è stata dedicata a pazienti Covid-19.
In questo scenario, abbiamo interrotto ogni tipo di attività clinica di routine e stiamo eseguendo solo le procedure urgenti che non è possibile procrastinare [2,3].
Tuttavia, è ovvio che non è sempre facile per un ginecologo decidere se il trattamento di pazienti con condizioni benigne e non urgenti possa essere rinviato di diversi mesi.
Una paziente di 81 anni, senza alcuna comorbidità ginecologica o uroginecologica, si è presentata presso un pronto soccorso dell’ospedale, lamentando una ritenzione urinaria completa, con l’impossibilità di eseguire la minzione nelle ultime 8 ore. In anamnesi ha subito un’isterectomia vaginale, 20 anni fa, per una fibromatosi emorragica; l’unica terapia farmacologica in corso è un beta-bloccante per il trattamento dell’ipertensione.
Nessun dolore vescicale, nessuna storia di infezioni ricorrenti del tratto urinario, nessuna incontinenza urinaria sono stati segnalati dalla paziente.
Alla valutazione clinica, la donna ha presentato uno stadio IV del prolasso vaginale anteriore e apicale secondo il sistema POP-Q[4], con il punto Ba + 6 e il punto C + 6. Non è stata in grado di eseguire una minzione spontanea e l’ecografia ha confermato un globo vescicale di 650 ml. Lo stick urinario è risultato negativo e non sono stati trovati segni di UTI. Abbiamo osservato un’idronefrosi moderata bilaterale e una moderata compromissione della funzionalità renale, probabilmente a causa della ritenzione urinaria cronica. Non è stato possibile posizionare alcun tipo di pessario perché il POP non era riducibile nella vagina.
In questo caso non è stato proponibile un auto-cateterismo intermittente pulito, per impossibilità di un apprendimento rapido da parte della donna. Abbiamo proposto il posizionamento di un catetere vescicale a permanenza che la paziente non ha accettato, richiedendo una soluzione definitiva del problema.
Nonostante lo scenario drammatico generale in Lombardia, non è stato facile spiegare a questa donna che non è possibile eseguire un’adeguata correzione chirurgica della sua condizione e imporle con grande difficoltà il posizionamento del catetere a permanenza[5].
La pandemia di Covid-19 ha bisogno di ogni nostra attenzione, ogni nostro sforzo, ma, quando la pandemia sarà sotto controllo, sarà importante riscoprire il valore di poter proporre a ogni paziente, con qualunque diagnosi o sintomo, una gestione individualizzata e “tailored”, senza lo spettro del COVID-19.
Bibliografia DILEMMA GINECOLOGICO
- Lipsitch M, Swerdlow DL, Finelli L. Defining the epidemiology of Covid-19 — studies needed. N Engl J Med 2020;382:1194-1196.
- Spina S, Marrazzo F, Migliari M, Stucchi R, Sforza A, Fumagalli R. The response of Milan’s Emergency Medical System to the COVID-19 outbreak in Italy. 2020 Mar 14;395(10227):e49-e50.
- Regione Lombardia. Covid-19: updated situation in Regione Lombardia. Regione Lombardia http://lispa.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/637ec3dc28ec4ea591cc5c724f127701 (2020).
- Bump RC, Mattiasson A, Bo K, et al. The standardization of terminology of female pelvic organ prolapse and pelvic floor dysfunction. Am J Obstet Gynecol 1996;175:10–7.
- Ficarra V, Novara G, Abrate A, Bartoletti R, Crestani A, De Nunzio C, Giannarini G, Gregori A, Liguori G, Mirone V, Pavan N, Scarpa RM, Simonato A, Trombetta C, Tubaro A, Porpiglia F; Members of the Research Urology Network (RUN). Urology practice during COVID-19 pandemic. Minerva Urol Nefrol. 2020 Mar 23. doi: 10.23736/S0393-2249.20.03846-1.