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SIUD 2012: Congress Report

di Andrea Braga e Silvia Giovannozzi

Congressi

 

 

 

 

 

 

 

“L’esame critico dell’operato di una persona o di un’organizzazione, inteso a rilevarne gli errori o anche solo le insufficienze per correggerle e trarne insegnamenti per l’avvenire, fatto dalla stessa persona interessata oppure dall’organizzazione nel suo complesso”,  è la definizione che un noto vocabolario italiano da alla parola “autocritica”. Ed è proprio con questo spirito critico che si è aperto quest’anno, proprio come si era concluso il precedente di Torino, Il 36° congresso Nazionale della Società Italiana di Urodinamica svoltosi a Firenze dal 24 al 26 maggio, cioè con la revisione sistematica dei contributi presentati per le diverse aree tematiche.  Anche in questa occasione  il (past) president  SIUD Sandro Sandri e i presidenti del congresso Giulio Del Popolo (attuale presidente SIUD) e Aldo Tosto hanno ritenuto fondamentale,  per poter rimanere come da loro stessi sottolineato nel messaggio iniziale, uno dei migliori esempi di multidisciplinarietà e d’interprofessionalità nel nostro paese, effettuare  una disamina dei vari contributi presentati.

Per quanto riguarda l’ambito uro-ginecologico, questo compito nel precedente congresso  era stato affidato a Maurizio Serati, mentre l’ambito più squisitamente urologico era stato assegnato a Vincenzo Li Marzi.

In ambito uro-ginecologico era stato evidenziato come, se da un lato la chirurgia del prolasso vaginale e dell’incontinenza da sforzo, la riabilitazione del pavimento pelvico, gli aspetti urodinamici e la terapia della vescica iperattiva risultassero gli aspetti uro-ginecologici più trattati, dall’altro due dei topics su cui più si stanno concentrando negli ultimi anni le pubblicazioni internazionali, e cioè l’impatto dei fattori ostetrici sulle disfunzioni pelviche e le disfunzioni sessuali, siano stati quasi completamente trascurati nel congresso 2011. Da qui l’obiettivo di incentivare lo sviluppo di queste tematiche di non facile interpretazione e risoluzione, anche con la proposta di un workshop appositamente dedicato sulla sessualità femminile e il pavimento pelvico.

In tal senso, si può dire che l’appello lanciato, sia stato colto. Interessanti  infatti, i risultati emersi da uno  studio che ha valutato i cambiamenti  della sessualità, in donne con prolasso del compartimento centrale, sottoposte a trattamento di ricostruzione del pavimento pelvico, con o senza utero-sparing. Si è osservato come queste donne a distanza di un anno riferissero un miglioramento globale dell’attività sessuale. In particolare, sebbene il ruolo dell’isterectomia  risulti essere ancora oggi poco chiaro, nelle donne in cui l’utero era stato risparmiato, si è osservato un significativo miglioramento del desiderio, dell’ eccitazione e dell’orgasmo.  Questo studio ha usato come strumento di valutazione delle abitudini sessuali l’FSFI questionnaire che quest’anno per la prima volta è stato presentato, proprio alla SIUD , anche nella versione in italiano in corso di validazione, a dimostrazione della necessità di avere a disposizione più strumenti possibili per approfondire l’argomento.

Meno contrastante e disomogeneo, rispetto all’anno precedente, il messaggio emerso dal trattamento chirurgico del prolasso genitale. La maggior parte dei lavori presentati  ha analizzato l’efficacia della colpo-sacropessia, in tutti i suoi vari approcci: laparotomico, laparoscopico e robot-assistito, a testimonianza del ruolo principe che oggi giorno riveste questa tecnica nella riparazione del prolasso genitale, per lo meno per quanto riguarda il difetto centrale. Tra questi, un dato interessante è emerso da uno lavoro che ha confrontato per  la riparazione del prolasso di cupola,  la colposacropessia vs la sospensione all’ileo-coccigeo, mostrando efficacia sovrapponibile tra le due tecniche, pur con il limite di essere uno studio caso-controllo e non randomizzato.  L’ileo-coccigeo sospensione inoltre, sembrerebbe essere la tecnica di elezione soprattutto in quelle donne con rettocele associato e in quelle donne in cui è sconsigliato un approccio addominale, soprattutto per la bassa morbidità dell’approccio vaginale. Inoltre è da sottolineare come vi sia stata una riduzione degli studi, rispetto al congresso 2011, che hanno preso in considerazione la riparazione del prolasso genitale con l’ausilio di materiale protesico, in cui numerosi erano le tecniche ed i materiali confrontati tra loro. Vi è stato quindi un allineamento con le ultime raccomandazioni dell’ICI che predicano come non vi sia chiarezza né sulla tecnica né sul tipo di materiale sia migliore da utilizzare in questa chirurgia.

Assolutamente chiaro il messaggio, che anche quest’anno è emerso dal congresso SIUD per ciò che concerne il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo femminile, dove ancora una volta le sling medio uretrali si affermano come il gold standard universale. Ruolo che esce ancor più rafforzato dallo studio prospettico, che ha valutato l’efficacia della TVT a 10 anni, eseguita in donne con diagnosi clinica e urodinamica di incontinenza pura da sforzo e senza concomitante riparazione di prolasso genitale.

Questo studio dimostra come il tasso di cura sia soggettivo che oggettivo sia ancora molto buono a lungo termine, se pur non trascurabile risulti una certa percentuale di comparsa di OAB de novo già dal primo anno di follow-up e che in seguito se pur migliorando, a 10 anni persiste. Dire se ciò sia dovuto al posizionamento della sling piuttosto che all’invecchiamento fisiologico della paziente, resta di difficile valutazione. Questo studio inoltre, per la prima volta ha cercato di trovare dei fattori predittivi per la recidiva di incontinenza da sforzo e dall’analisi multivariata è emerso che solo l’obesità con u BMI>30 risulta essere un forte fattore rischio.

Di ottima fattura e di ottimo rigore scientifico i vari studi presentati alla SIUD  in ambito di riabilitazione del pavimento pelvico, confermando ancora una volta l’importante ruolo che riveste non solo nelle donne con incontinenza urinaria da sforzo, ma anche in quelle donne che soffrono di dolore pelvico cronico. Molto soddisfacenti anche i lavori riguardanti il trattamento dell’incontinenza mista. I diversi studi sull’argomento sembrerebbero mostrare, come anche in caso di sintomatologia mista, l’approccio chirurgico con sling medio-uretrale ed in particolare quello trans-otturatorio, garantisca una buona efficacia a dispetto di tassi di soddisfazione soggettiva delle donne trattate, meno alti rispetto a quelli delle pazienti con SUI pura, in particolare se sostenuti anche da iperattività detrusoriale.

Gli argomenti squisitamente urologici trattati durante il Congresso sono stati molti e vari; abbiamo quindi cercato di estrapolare dai lavori pervenuti e presentati dei concetti da approfondire.

Anche quest’anno come era successo nel 2011 a Torino, ampio spazio è stato dato alla neuromodulazione sacrale, utilizzata sia in pazienti con diagnosi di vescica neurologica, che in soggetti con sindrome da urgenza-frequenza refrattaria ad altre terapie, che in pazienti con ritenzione urinaria su base non ostruttiva. Tutti gli autori sono concordi nel ritenere che questa strategia terapeutica sia una valida alternativa ai trattamenti più “convenzionali” , come i farmaci anticolinergici, sia in termini di risposta alla terapia, come la diminuzione degli episodi di urgency incontinence, che in termini di miglioramento della qualità di vita; contemporaneamente però il messaggio che viene lanciato è la necessità di investire ancora nella ricerca scientifica legata a questo argomento, in quanto le domande senza risposte sono ancora molte, come ad esempio la presenza o meno di fattori prognostici nel pre-operatorio legati alla riuscita o meno del trattamento.

Interessante è stata anche la valutazione dell’utilizzo della neuromodulazione sacrale in ambito pediatrico, dove la letteratura è ancora abbastanza carente: anche in questo caso gli autori riportano risultati incoraggianti. Un anno fa il messaggio preminente emerso dai lavori presentati sulla NMS  era stato fondamentalmente la grande attenzione da porre alla selezione dei pazienti: obbligatorietà dell’impiego del diario vescicale e della valutazione urodinamica, di come sia raccomandato l’utilizzo del tined lead, mentre rimane discusso l’esecuzione del PNE test.

 

Anche l’urologia funzionale maschile ha sicuramente avuto il suo spazio: da alcuni lavori presentati è emersa la necessità  e la volontà di utilizzare l’esame urodinamico come valutazione pre-intervento in quei pazienti che necessitano di essere sottoposti ad un intervento disostruttivo; il messaggio che viene lanciato, però, è l’utilizzo della cosiddetta “urodinamica non invasiva”, che prevede l’utilizzo di una cuffia montata intorno al pene che permette di avere una stima della pressione vescicale isovolumetrica, che, messa in relazione con il flusso massimo, permette, tramite l’analisi compiuta con nomogrammi, di fare diagnosi o meno di ostruzione, con risultati incoraggianti. Importante è anche la volontà di migliorare la qualità di vita di pazienti con lesioni del midollo spinale, non solo dal punto di vista dell’incontinenza urinaria, ma anche dal punto di vista sessuale, cercando, mediante la riabilitazione sessuale elettrostimolata, di permettere a questa tipologia di pazienti una eiaculazione anterograda per non cercare di ridurre al meno possibile la necessità di intervenire chirurgicamente per il prelievo di liquido seminale.

Meritevole di menzione è sicuramente anche lo studio che mette in correlazione il Diabete Mellito con le disfunzioni vescicali e la qualità di vita, ponendo l’accento sul fatto che anche patologie strettamente mediche e non a partenza dall’apparato urinario possono influire su quest’ultimo, alterando, anche in maniera significativa, la qualità di vita dei pazienti. Questo ci porta a riflettere su fatto che il paziente deve sempre essere valutato nella sua interezza, e che lo specialista non deve ragionare per compartimenti stagni.

La commissione giudicatrice per i premi SIUD 2012 composta da GL Bracco, E. Finazzi Agrò, GF Gicolinacci, V. Li Marzi  e M. Soligo in base ai punteggi che i contributi hanno raggiunto durante la valutazione iniziale e in base alla presentazione del contributo in sede congressuale, ha assegnato i seguenti premi:

• premio miglior contributo della categoria specializzandi è stato attribuito al lavoro dal titolo “Functional Evaluation In Women Complaining Persistence/ Recurrence of Urinary Incontinence Following TVT-O Procedure”, degli autori Milanesi M., Khorrami S., Rossetti MA, Agostini S., Tosto A.

• premio miglior contributo 2012  è stato assegnato al lavoro dal titolo “A multidisciplinary approach in children with nocturnal enuresis: a ten years experience” di Masnata G., Manca V., Chia L., Ponticelli A.

 

Il Congresso, come accade ormai da 10 anni, si è svolto congiuntamente al Congresso Nazionale per Infermieri, Fisioterapisti e Ostetriche. I partecipanti all’evento sono stati 520, mentre sono stati 83 i relatori/moderator invitati per il solo 36°. Gli abstract accettati sono stati 77: 61 comunicazioni/poster, 9 poster non discussi, 7 comunicazioni relative al 10° congresso per Infermieri, Fisioterapisti e Ostetriche.  Sono stati pubblicati su un supplemento della rivista Neurourology and Urodynamics  61 contributi e 7 sulla rivista Pelvi Perineologia. Inoltre, il 36° Congresso è stato caratterizzato dalle elezioni, con una grande affluenza al voto, per il rinnovo del consiglio direttivo che rimarrà in carica durante il triennio 2012-2015; anche questo dato ci da la misura di come la nostra associazione sia dinamica e costituita da soci sempre molto  coinvolti nella vita societaria.

 

Sicuramente questo congresso è stato ricco in contenuti ad elevato carattere scientifico, che hanno acceso dibattiti e aperto discussioni interessanti. Fondamentale è non perdere questo filo conduttore e portarlo nel Congresso SIUD 2013, dove ci auguriamo di trovare altrettanti, se non più, lavori di grande impatto scientifico che possano avere risvolti nella nostra pratica clinica quotidiana. E’ comunque fuori da ogni dubbio che il Presidente SIUD, Giulio Del Popolo e il Presidente del Congresso Antonio Carbone, ormai veterani di questa nostra associazione, ci regaleranno un Congresso ricco di sorprese che altro non potrà fare che arricchire il bagaglio culturale di ognuno di noi.

 

 

 

 

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Andrea Braga

 

 

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Silvia Giovannozzi

9 Febbraio 2017