Buon giorno, desidererei informazioni sulla procedura di PNE test: il paziente viene sedato oppure è sveglio e viene soltanto effettuata un’anestesia locale? I fastidi che avverte il paziente sono dovuti all’introduzione dell’ago per forame sacrale o alle stimolazioni elettriche di test? E’ necessario forare qualche osso? Perché si effettua il PNE test per poi passare successivamente all’elettrodo quadripolare (primo tempo di neuromodulazione) anziché provare subito con l’elettrodo quadripolare che avrebbe un risultato più simile a quello definitivo? Grazie del chiarimento.
Gent.mo, durante la procedura di PNE lei deve collaborare riferendo le sensazioni che percepisce durante stimolazione. Essendo comunque una procedura ben tollerata, è usualmente sufficiente un’anestesia locale. L’ago viene introdotto nel forame sacrale, pertanto non vi è necessità di perforare l’osso essendo già una cavità naturale. Ovviamente nel tentativo di trovare il forame l’ago può incontrare l’osso, ma mai trapassarlo. Il PNE a differenza dell’elettrodo quadripolare è una procedura meno invasiva e che permette intanto di fare una diagnosi su quella che e’ l’integrità nervosa del plesso sacrale e valutare nel subacuto (usualmente si lascia un elettrodo temporaneo per circa una settimana) la sua tollerabilità alla terapia con elettrostimolazione fornendole anche un iniziale valutazione sulle probabilità di successo di un impianto definitivo, sebbene come lei ha ben precisato vi può essere un tasso di insuccesso rispetto all’elettrodo quadripolare di circa il 25-30%. Pertanto il fallimento al PNE non controindica il posizionamento dell’elettrodo definitivo, ma le fornisce informazioni essenziali al fine di un corretto consenso al trattamento Interstim. L’elettrodo temporaneo a differenza del quadripolare inoltre non prevede un secondo intervento per la rimozione dello stesso in caso di intolleranza e/o mancato beneficio, in quanto viene sfilato senza alcun fastidio in ambulatorio al momento della visita di controllo.
Cordialmente
Dott.ssa Stefania Musco, urologo