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IL PUNTO DI VISTA DI Maria Angela Cerruto, Urologo, Ricercatore, Clinica Urologica Università di Verona

Il punto di vista di

 

 

L’effetto farfalla è espressione della “dipendenza sensibile alle condizioni iniziali” presente nella teoria del caos. L’idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali possano produrre grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Ne consegue che una singola azione potrebbe essere in grado di determinare imprevedibilmente il futuro; quindi, metaforicamente, un semplice movimento di molecole d’aria generato dal battito d’ali di una farfalla potrebbe causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano.
Il matematico e metereologo Edward Lorenz fu il primo ad analizzare l’effetto farfalla nel 1963, facendo notare che se tale teoria fosse stata corretta, un battito delle ali di una farfalla sarebbe stato sufficiente ad alterare il corso del clima per sempre. Fu proprio Lorenz nel 1972 a tenere una conferenza dal titolo Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”.

Se si applica tale attraente teoria al sistema complesso “corpo umano”, un minimo cambiamento dei parametri iniziali potrebbe portare ad inaspettati eventi di notevole entità anche in aree anatomiche apparentemente distanti fra loro. Così la teoria del caos può spiegare i possibili rapporti tra due distretti corporei lontani ed estranei come i muscoli del pavimento pelvico e le caviglie. Modificare l’inclinazione dell’articolazione tibio-tarsica, quindi scegliere tacchi di altezza diversa, può modulare l’attività del pavimento pelvico attraverso un effetto facilitatorio sulla muscolatura, con conseguenti possibili effetti benefici sulla sfera genito-urinaria.

Indossare i tacchi potrebbe giovare al benessere pelvico in senso lato (minzione, defecazione e performance sessuale) ma anche esporre, secondo la teoria di Flensmark, all’insorgenza della schizofrenia, per evitare la quale, però, occorrerebbe camminare sempre a piedi scalzi: praticamente impossibile in inverno! Con le attuali conoscenze non è possibile né confutare né corroborare entrambe le ipotesi. Non è noto, ad esempio, l’effetto che avrebbe sul pavimento pelvico lo stare in piedi sui tacchi al variare della loro larghezza, né il camminare sui tacchi, con il conseguente continuo adattamento del sistema corpo umano al variare da una condizione statica ad una dinamica.

Resta, comunque, incredibile che una semplice flessione plantare ottenuta indossando una scarpa col tacco possa da un lato predisporre alla schizofrenia riducendo la stimolazione dei circuiti cerebello-talamo-cortico-cerebellari, dall’altro semplicemente causare una rotazione pelvica posteriore facilitando il potere contrattile del pavimento pelvico. Inoltre la rotazione posteriore del bacino femminile determinerebbe un innalzamento posteriore del promontorio sacrale con anteriorizzazione della punta del coccige, facendo assumere alla pelvi una posizione molto simile al quella che si configura durante un rapporto sessuale.

Quando si pensa al benessere del pavimento pelvico non si può non pensare alla sessualità senza dimenticare però tutte le altre funzioni precipue dell’area pelvi-perineale, né lo stato emotivo e “cerebrale” del soggetto né la farfalla di Lorenz!