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Buonasera, vorrei porre alla vostra attenzione il caso di mia madre di 82 anni. Nel mese di aprile mia madre ha sofferto di un’infezione delle alte vie urinarie curata dal medico curante con terapia antibiotica. Il medico curante, successivamente, ha consigliato una visita urologica specialistica. L’urologo, con l’esame ecografico, ha constatato un prolasso vescicale con forte ristagno di urine in vescica e lieve idronefrosi. Il buon esito degli esami del sangue, ha scongiurato problemi ai reni. A causa della permanenza delle urine in vescica, l’urologo ha prescritto l’applicazione di un catetere permanente e una visita presso un centro di urodinamica, sospettando problemi di natura neurologica. Vorrei avere un vostro parere circa l’applicazione del catetere permanente e l’esistenza di terapie alternative che salvaguardino la qualità della vita di mia madre, donna molto attiva e in buone condizioni generali di salute. Cordiali saluti.

75 anni e oltre Femmina

Cateterismo

 

 

Buonasera, vorrei porre alla vostra attenzione il caso di mia madre di 82 anni. Nel mese di aprile mia madre ha sofferto di un’infezione delle alte vie urinarie curata dal medico curante con terapia antibiotica. Il medico curante, successivamente, ha consigliato una visita urologica specialistica. L’urologo, con l’esame ecografico, ha constatato un prolasso vescicale con forte ristagno di urine in vescica e lieve idronefrosi. Il buon esito degli esami del sangue, ha scongiurato problemi ai reni. A causa della permanenza delle urine in vescica, l’urologo ha prescritto l’applicazione di un catetere permanente e una visita presso un centro di urodinamica, sospettando problemi di natura neurologica. Vorrei avere un vostro parere circa l’applicazione del catetere permanente e l’esistenza di terapie alternative che salvaguardino la qualità della vita di mia madre, donna molto attiva e in buone condizioni generali di salute. Cordiali saluti.

 

Gentile Signore, la condizione che si è venuta a creare per sua madre – a quanto pare in assenza di precedenti urologici noti – ovvero quella di un’infezione urinaria sintomatica associata al rilievo ecografico di una idronefrosi e di “forte” ristagno urinario in vescica (quanto?) è più probabilmente dovuta a più cause concorrenti (o concause) che sono andate determinando un difetto cronico di svuotamento (comune nelle donne anziane con prolasso di vescica o cistocele e ridotta efficienza della muscolatura della vescica) piuttosto che ad un disordine neurologico, visto che lei riferisce di buone condizioni generali e di piena attività della mamma, anche se non si può escludere che ci possa essere qualche problema neurologico clinicamente silente o latente. Nell’ipotesi che si sia trattato, comunque, di un episodio di urostasi complicato da una pielonefrite acuta, la soluzione del catetere a permanenza non è certamente la soluzione da consigliare: si tratta di un provvedimento accettabile in fase acuta, ma si deve procedere quanto prima alla decateterizzazione ed impostare un programma di rieducazione della funzione (minzioni ad invito o programmate, indipendentemente dalla presenza o meno di stimoli ad urinare) magari associato alla meno traumatica pratica del cateterismo intermittente pulito per la sorveglianza dei residui post minzionali ed a norme dietetico comportamentali adeguate alla persona. In tutti i casi concordo con lo specialista che avete consultato sull’opportunità di una valutazione funzionale presso un Centro di Urodinamica che potrà sicuramente indicarvi e farsi carico dei migliori percorsi diagnostici e terapeutici per la signora.

31 Gennaio 2017