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TURP e ritenzione cronica di urina

Sono stato operato di turp 9 mesi fa, per ritenzione cronica di urina della quale io non mi ero mai accorto fino a quando nel novembre 2014 per via di un infortunio mentre facevo jogging (ho urtato violentemente un palo d’acciaio con l’addome!), al P.S. Con un’eco mi hanno riscontrato una ritenzione acuta di cc 2800!!! Ho portato catetere fisso per dei mesi, in attesa della diagnosi, facendo tutti gli esami: urodinamica, cistoscopia e varie risonanze e tac per escludere problemi neurologici, fino a quando l’urologo che mi segue mi disse che appunto si trattava di un problema che io avevo da anni del quale non mi ero mai accorto, aggravato da una prostatite cronica. Ho fatto tutta l’estate 2015 con 4/5 autocaterismi al giorno per “rieducare” la vescica, a novembre 2015 l’urologo mi ha operato di turp, dopo tre mesi ho fatto una flussometria ed eco transrettale di controllo con visita ed era tutto ok, non ho avuto residuo post minzionale, ora a settembre devo fare di nuovo un controllo con eco Psa e visita. Ora come ora sento lo stimolo di urinare quando accumulo almeno 5/600cc di urina in vescica (un anno fa lo avevo praticamente perso) ma quando urino devo comunque aiutarmi contraendo gli addominali. Vi chiedo questo: può esserci il rischio che prima o poi non riuscirò più a svuotarmi del tutto e dovrò tornare agli autocateterismi? Quando feci l’intervento mi dissero che c’era questo rischio perché la vescica risultava sfiancata e con pareti ispessite (no diverticoli), infatti rimasero tutti sorpresi che riuscii subito a svuotarla del tutto. Vi chiedo anche se c’è una remota possibilità di riavere una eiaculazione anterograda. Ringrazio e porgo cordiali saluti.

 

Gent.mo, il fatto che comunque riesca a vuotare completamente la vescica nonostante l’ausilio del torchio per ipoattività del detrusore, condizione che spesso concomita in pazienti con ostruzione cronica e/o con episodi di sovradistensione vescicale, reputo comunque che sia un ottimo successo. Ovviamente le suggerisco di eseguire controlli periodici al fine di monitorare lo svuotamento vescicale, in quanto non è possibile escludere nel tempo un ripeggioramento. La ricomparsa dell’eiaculazione anterograda di solito invece è segno di una ricrescita del tessuto prostatico che può avvenire nel corso degli anni e che però può accompagnarsi ad un aggravamento dei sintomi minzionali di svuotamento.

Dott.ssa Stefania Musco, urologo