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IL PUNTO DI VISTA DI Giovanni Mosiello, Urologo pediatra, IAS NeuroUrologia pediatrica UOC Urodinamica, Dip. Nefrologia e Urologia, Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’, Roma

Il punto di vista di

 

 

Parlare di neuro-urologia pediatrica non è facile, ed è  forse possibile farlo solo in un ambiente come quello della SIUD, dove almeno la figura del neuro-urologo è ben conosciuta e riconosciuta da tempo.

Dico questo perché l’urologo pediatra è di per sé una sub-specialità (o superspecializzazione, a seconda dei punti di vista),come lo è la neuro-urologia, e parlare quindi di neuro-urologo pediatra a chi non comprende bene chi è e cosa fa il neuro-urologo, potrebbe dare l’impressione di parlare di un super-sub specialista.

La realtà dei fatti è ben diversa: grazie alla evoluzione negli ultimi anni del neuro-urologo, della richiesta di una formazione omogenea a livello europeo  e ancora grazie alla necessità di cure specialistiche per un sempre maggiore numero di ex bambini diventati adulti.

Per capire bene quello che dico è importante ricordare  come nasce la Urologia Pediatrica, disciplina che non esiste di per sé come Specializzazione a sé stante, ma che invece negli ultimi anni è stata riconosciuta a livello europeo ed internazionale come Specializzazione  alla quale si può pervenire sia dall’Urologia che dalla Chirurgia Pediatrica. In passato questa disciplina era considerata in alcuni paesi parte della Chirurgia Pediatrica, chirurgia delle malformazioni( Italia, Francia), in altri paesi invece veniva considerata parte dell’Urologia ( nord europa e paesi scandinavi).

Nell’ambito dell’UEMS (Unione Europea Medici Specialisti) è stato approvato da meno di 10 anni un percorso formativo urologico biennale di accreditamento, molto simile a quello dell’EBU, per titoli, attività clinica/chirurgica ed esame che porta a conseguire il titolo di FEAPU ( Fellow of European Association Pediatric Urology), percorso al quale si può accedere sia con la specializzazione in chirurgia pediatrica che in Urologia , ma sempre comprovando una esperienza clinica e chirurgica pluriennale in urologia. L’Italia purtoppo non brilla certo nel seguire le direttive europee , e se l’Europa ci ha indicato la strada dove si deve collocare l’urologo pediatra(verso l’Urologia), noi italiani siamo come al solito reticenti a recepire le sollecitazioni alla apertura del nostro mondo lavorativo.

Attualmente in Italia vi sono poco più di 10 urologi che hanno conseguito il titolo di FEAPU a fronte di 120 soci della società di Urologia Pediatrica, chirurghi che per la maggior parte provengono e lavorano in ambito di Chirurgia Pediatrica.

Parallelamente alla definizione dell’urologia pediatrica, vi è stata come sappiamo l’evoluzione del neuro-urologo, che è uscito dallo stretto ambito della Unità Spinale, in urologo funzionale . Tutto questo ha avuto in parte , e ne avrà sempre di più nel futuro, delle ripercussioni  anche  in ambito pediatrico.

Se nell’adulto la neuro-urologia è andata sempre più evolvendosi, andando oltre la lesione midollare, estendendo le competenze  anche ad altre patologie neurologiche e a tutte le alterazioni funzionali dell’apparato urogenitale, anche di origine non neurogena, vedi le esperienze di Torino, Firenze, Milano, in ambito pediatrico le competenze del neuro-urologo o urologo funzionale sono ancora più estese , includendo non solo il trattamento ma anche la presa in carico negli anni di tutte quelle patologie urologiche nel paziente neurogeno, ma anche di tutte le patologie congenite che possono esitare in disturbi della continenza come hanno dimostrato negli ultimi  anni le esperienze del Children’s Hospital di Boston e quella nostra del Bambino Gesù di Roma.

Il neuro-urologo pediatra non è quindi quel chirurgo pediatra o urologo che lavora presso un centro Spina Bifida ma è un urologo pediatra funzionale che si occupa in primis, ma non solo, delle problematiche urologiche nel paziente neurogeno, ma anche di tutti le patologie malformative del pavimento pelvico e delle vie urogenitali ( estrofia vescicale, epispadia, ipospadia, malformazioni del pavimento pelvico, patologie malformative o acquisite delle vie urinarie che possono esitare disturbi della continenza). Il neuro-urologo pediatra è quindi in grado di utilizzare le tecniche, metodiche e mentalità dei colleghi degli urologi degli adulti (penso alla tossina botulinica, neuro modulazione sacrale, tecniche endoscopiche e laparoscopiche e procedure mininvasive per la continenza), è capace di operare il neonato ma anche l’adolescente e il giovane adulto.

Il neuro-urologo pediatra è quello che ha una preparazione completa per affrontare nuove ed esaltanti sfide che si affacciano all’orizzonte. Parlo della transitional care, problema emergente non solo in Italia ma in tutti i paesi, dove il numero degli ex bambini con patologie urologiche e diventati ora adulti, è in costante aumento. Il neuro-urologo pediatra, con formazione in Urologia, Chirurgia Pediatrica e NeuroUrologia, sarà inevitabilmente la figura cardine di questo processo di passaggio di cure , vera e propria cerniera tra i Reparti di Chirurgia/Urologia Pediatrica e i Centri Spina Bifida e le Unità Spinali e i Centri di Neuro-Urologia o Urologia funzionale degli adulti.

Questa è l’evoluzione della Urologia Pediatrica, chirurgia dove il bambino sopravvive alla sua malformazione, e diventa adulto con gli esiti di questa e su questo è stato fatto il mio percorso, per non fermarsi sulle conoscenze acquisite ma continuare a specializzarsi ed aggiornarsi, al fine di essere adeguato a dare una risposta assistenziale specialistica nel tempo al bambino che cresce, oltre che essere competitivo sul piano lavorativo. Se penso al mio futuro penso di avere quindi di avere imboccato una strada giusta, anche grazie alla guida ed ai consigli di tanti amici sia dentro che fuori il mio Ospedale, con la scelta di estendere la mia preparazione andando oltre la urologia pediatrica (intesa come legame con la chirurgia pediatrica) prendendo la specializzazione in Urologia che concluderò quest’anno a Firenze, il FEAPU, e con il costante aggiornamento con l’acquisizione di tecniche dell’adulto, che ho potuto e continuo a fare grazie a tanti amici che sono dentro la SIUD.

E’ questo un percorso che consiglierei a tutti i miei colleghi che si vogliono occupare di Urologia Pediatrica?
Non lo so, ma per me che ho la fortuna di lavorare in un Ospedale di riferimento internazionale, come il Bambino Gesù, è stata una scelta inevitabile, forse obbligata, per adeguarsi a livelli di cure di standard internazionali avendo come esempio il Children’s Hospital di Boston, come richiesto dalla mia dirigenza.

Per gli altri penso che negli anni futuri solo chi avrà fatto un certo percorso professionale, non basato su autoreferenze , potrà essere competitivo e spero che altri colleghi del mondo pediatrico, abbiano il coraggio di rimettersi in gioco, di affacciarsi in primis sul mondo dell’urologia degli adulti (specializzazione in Urologia), di confrontarsi con i colleghi europei, adeguandosi al loro standard formativo (FEAPU), acquisendo quella preparazione da urologo funzionale o neuro-urologo, che permetterà loro di comprendere in pieno e di trattare al meglio non solo le patologie neurogene ma anche gli esiti negli anni di tante altre patologie malformative o acquisite, senza essere mai timorosi di un  confronto multidisciplinare, che è sempre un momento di arricchimento come lo è ogni anno il congresso della SIUD.

 

Giovanni Mosiello

FEBPS ( Fellow European Board Pediatric Surgery)

FEAPU (Fellow European Association Pediatric Urology)

Membro eletto del Children’s Committee dell’ICS (International Continence Society)